Staff
 
 

La nostra sede

 
La nostra sede

La Fondazione NC è ospitata in una palazzina, già Villa Palmieri, la cui costruzione risale al 1924 su progetto in stile “eclettico” dell’Ing. Arch. Mario Vodret (Cagliari 1893-Roma 1949). Originariamente facente parte di un complesso più ampio che comprendeva anche l’attuale sede dell’Istituto Cervantes, Villa Palmieri venne poi venduta mentre la palazzina adiacente venne ceduta alla Spagna che vi istituì l’attuale Centro di Cultura Spagnolo.  

Lo stabile si sviluppa su tre piani: il piano terra ospita alcuni uffici, nonché una sala conferenze con struttura modulare, che consente la suddivisione in due sale più piccole, attrezzata con strumentazione multimediale; al primo ed al secondo piano sono ospitati gli uffici. Il terzo piano è impreziosito da tre ampi terrazzi e da un’altana che affaccia sulla prospicente Villa Albani. Quest’ultima, che ha il suo ingresso principale su Via Salaria, è opera dell’architetto Carlo Marchionni (1702-1786) che la progettò ed edificò prima del 1758 per ordine del Cardinale Alessandro Albani (1692-1779) che, fin dalle origini, la adibì a luogo di raccolta delle sue preziose collezioni d’arte. Curatore delle collezioni, che annoverano opere di Luca Signorelli, Anton van Dyck, Perugino, Giulio Romano, Annibale Carracci, Tintoretto, fu dal 1759 lo storico dell’arte Johann Joachim Winckelmann (1717-1768). Passata nell’ottocento ai Castelbarco e poi ai Torlonia, restò comunque sempre indicata come “Villa Albani”.

La Palazzina della Fondazione NC è un tipico esempio della corrente “neogotica” sviluppatasi nel XIX secolo e che vede a Roma il suo esempio più pregante nel vicino Quartiere Coppedè che pure risale agli anni ’20 del secolo appena concluso. Esempio di valore per la chiarezza e la “semplicità” dei simbolismi prescelti, anche in fase di restauro e ristrutturazione della Palazzina si è puntato al recupero architettonico sia nelle strutture murarie che nella suddivisione degli interni e nella dotazione di arredi giungendo così a coniugare la pacata e luminosa severità dei prospetti esterni con una altrettanto luminosa e severa riedizione degli spazi interni minimizzando ogni variazione anche nella suddivisione degli stessi.

 
La nostra sede
 
 

La Fondazione NC è ospitata in una palazzina, già Villa Palmieri, la cui costruzione risale al 1924 su progetto in stile “eclettico” dell’Ing. Arch. Mario Vodret (Cagliari 1893-Roma 1949). Originariamente facente parte di un complesso più ampio che comprendeva anche l’attuale sede dell’Istituto Cervantes, Villa Palmieri venne poi venduta mentre la palazzina adiacente venne ceduta alla Spagna che vi istituì l’attuale Centro di Cultura Spagnolo.  

Lo stabile si sviluppa su tre piani: il piano terra ospita alcuni uffici, nonché una sala conferenze con struttura modulare, che consente la suddivisione in due sale più piccole, attrezzata con strumentazione multimediale; al primo ed al secondo piano sono ospitati gli uffici. Il terzo piano è impreziosito da tre ampi terrazzi e da un’altana che affaccia sulla prospicente Villa Albani. Quest’ultima, che ha il suo ingresso principale su Via Salaria, è opera dell’architetto Carlo Marchionni (1702-1786) che la progettò ed edificò prima del 1758 per ordine del Cardinale Alessandro Albani (1692-1779) che, fin dalle origini, la adibì a luogo di raccolta delle sue preziose collezioni d’arte. Curatore delle collezioni, che annoverano opere di Luca Signorelli, Anton van Dyck, Perugino, Giulio Romano, Annibale Carracci, Tintoretto, fu dal 1759 lo storico dell’arte Johann Joachim Winckelmann (1717-1768). Passata nell’ottocento ai Castelbarco e poi ai Torlonia, restò comunque sempre indicata come “Villa Albani”.

La Palazzina della Fondazione NC è un tipico esempio della corrente “neogotica” sviluppatasi nel XIX secolo e che vede a Roma il suo esempio più pregante nel vicino Quartiere Coppedè che pure risale agli anni ’20 del secolo appena concluso. Esempio di valore per la chiarezza e la “semplicità” dei simbolismi prescelti, anche in fase di restauro e ristrutturazione della Palazzina si è puntato al recupero architettonico sia nelle strutture murarie che nella suddivisione degli interni e nella dotazione di arredi giungendo così a coniugare la pacata e luminosa severità dei prospetti esterni con una altrettanto luminosa e severa riedizione degli spazi interni minimizzando ogni variazione anche nella suddivisione degli stessi.