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Le Meta Sudans: storia di due ritrovamenti

 

Nel 2003 è avvenuta l’ultimazione dei  lavori di scavo del sito archeologico della Meta Sudans nella valle del Colosseo a Roma, in un´area prossima all´Arco di Costantino. Nel 2000, dalla collaborazione tra la Fondazione, il Rotary Club Roma Est, la Soprintendenza Archeologica di Roma e l’Università di Roma “la Sapienza”, è stato avviato il restauro delle strutture della Meta Sudans di età flavia e la risistemazione dell’area circostante, previo completamento delle indagini archeologiche. Durante i lavori, avviati nel corso del 2001, è stata rinvenuta a sei metri di profondità, in corrispondenza con la grande fontana flavia, un’altra fontana simile ma di minori dimensioni dell’età di Augusto. Gli scavi, diretti dalla Prof.ssa Clementina Panella dell’Università di Roma “La Sapienza” e coordinati sul campo dalla dott.ssa Sabina Zeggio, si sono conclusi nel dicembre 2003. L’eccezionale ritrovamento ha in parte modificato il programma dei lavori. In accordo con i funzionari della Soprintendenza Archeologica di Roma preposti all’area, dott.ssa Rossella Rea e arch. M.Letizia Conforto, è stato accantonato momentaneamente il progetto di restauro della fontana flavia per riportare completamente alla luce la fontana più antica, in ottimo stato di conservazione. 
Dotata di un saliente centrale di forma cilindro-conica e di una vasca mistilinea, la struttura augustea, bruciata nell’incendio del 64 d.C., rappresenta un monumento di straordinaria rilevanza sia sul piano urbanistico-topografico che architettonico e simbolico. Posta sulla via delle cerimonie ufficiali, coincide con il punto d’incontro di 4 (o 5) delle 14 regioni in cui Augusto aveva diviso la città nel 7 a.C. e rappresenta il vertice principale dell’intera organizzazione urbana attuata da questo imperatore. La fontana sembra inoltre insistere su uno dei 4 angoli del perimetro sacro della città di Romolo (il pomerio) e fronteggia un santuario che per la sua antichità e inamovibilità è forse identificabile con le Curiae veteres, la cui costruzione è attribuita dalle fonti letterarie a Romolo stesso. La vicinanza di questo edificio con la casa natale di Augusto (il nuovo Romolo) arricchiva ulteriormente il luogo di valenze carismatiche: possono spiegarsi così sia la scelta da parte di Augusto di questo sito come punto centrale della sua riforma amministrativa, sia la ricostruzione della Meta Sudans di cui sono autori i Flavi, che cancellando gli interventi edilizi neroniani, di Augusto si atteggiavano a eredi.

 
 
 
 
 
 
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