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Curiae Veteres

 

Il Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche ed Antropologiche dell’Antichità dell’Università di Roma la Sapienza  ha ottenuto dalla Fondazione il finanziamento di un programma biennale (2006-2007) dal titolo Curiae Veteres, programma  di riqualificazione e recupero dell’area Palatino, a seguito della concessione di studio e scavo data dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nel 2001 e rinnovata nel 2006. Tale progetto ha “origine” dalla fattiva collaborazione tra la Fondazione ed il Dipartimento in occasione dello scavo nell’area della  Meta Sudans  , in P.zza del Colosseo a Roma, durante il quale è stata riportata alla luce la struttura della fontana augustea, nell’ambito di un progetto commissionato dalla Fondazione allo stesso Dipartimento.

 

Il progetto deve il nome alle Curiae Veteres, le antiche curie, fondate secondo la tradizione da Romolo per ospitare i riti che i rappresentanti dei diversi quartieri della città dovevano svolgere insieme in determinati giorni dell’anno , per riaffermare la comune appartenenza ad un corpo civico unitario.

 

Le indagini hanno avuto inizio nella porzione occidentale della piazza del Colosseo, portando nel tempo in questa zona a risultati eccezionali, sia sotto il profilo della conoscenza storico –monumentale e topografica di quest’area della città antica e medioevale, sia sul piano del recupero di reperti di grande interesse per la storia dell’arte, l’architettura e della produzione artigianale.

 

Fra i rinvenimenti di maggior interesse si collocano i resti di un santuario sito sulla bassa pendice del Palatino e attivo almeno dal VII secolo a.C. al I secolo d.C. (ma molto probabilmente sino al IV secolo, ossia all’età dell’imperatore Costantino). La durata della sua vita, la collocazione ed alcuni dati ricavabili dalle fonti classiche fanno ritenere probabile che questo santuario sia appunto quello delle Curiae Veteres, in quanto ricco di offerte votive, statue ed iscrizioni dedicatorie.

 

Proprio di fronte a questo luogo di culto è stata rinvenuta la fontana denominata Meta Sudans, costruita da Augusto nell’ambito di un’ampia ristrutturazione del santuario stesso e di tutto il quartiere circostante. Distrutta nell’incendio del 64, questa fontana sarà ricostruita solo dagli imperatori Flavi nell’80 d.C., contemporaneamente al Colosseo.

 

Alla luce di tali importanti rinvenimenti ed in considerazione della necessità di completare il quadro insediativo di questo settore urbano, attraverso anche l’individuazione degli altri limiti dell’area del santuario delle Curiae Veteres, si è ritenuto opportuno   aprire una nuova area di indagine sulle pendici nord orientali del Palatino, dove si concentrano attualmente le ricerche.

 

La prosecuzione dello studio consentirà  di  delineare l’ambiente originario di uno dei settori centrali della città antica, per capire le ragioni topografiche ed urbanistiche che hanno guidato alle origini di scelte insediative, ma anche di  ricostruire la storia urbanistica ed architettonica del sito dalle origini fino alla fine dell’età antica attraverso la datazione delle sequenze stratigrafiche, le tipologie edilizie, le tecniche costruttive. Si approfondirà, inoltre,  lo studio dei monumenti già riportati alla luce nelle campagne del 2001-2005 per individuare le trasformazioni del paesaggio in età medioevale e moderna, ricostruendo tramite grafici bidimensionali e tridimensionali le sequenze storico –topografiche individuate.

 

Il  progetto si articolerà attraverso cinque ambiti di ricerca:

  • analisi delle fonti letterarie e della ricchissima bibliografia relativa al settore;
  • analisi geomorfologica e paleoambientale del Palatino,
  • analisi topografico urbanistica diacronica dei principali blocchi strutturali, indagati e interpretati anche nella loro valenza architettonica, e studio della viabilità interna e perimetrale della pendice palatina nel suo vertice nord-orientale fino l’ampia terrazza che sostiene il tempio di Elagabalo;
  • analisi della cartografia storica;
  • analisi dei contesti ceramici e delle tipologie edilizie.

Organizzazione mostra e convegno finale

 

Le evidenze più rilevanti, dal punto di vista monumentale e per il ruolo simbolico e di propaganda imperiale, sono certo quelle  riferibili alla monumentale fontana di età flavia chiamata Meta Sudans, alla sua anticipatrice di età augustea e al santuario ad essa antistante, esistente almeno dall’età orientalizzante e distrutto dall’incendio del 64 d.C. , in cui è forse possibile riconoscere le Curiae  Veteres e che ha fornito preziosi reperti architettonici , epigrafici e votivi. Il tessuto urbano che accoglie questi eccezionali monumenti risulta stabilito nelle sue linee infrastrutturali di base (strade, fognature) già almeno in età arcaica e si infittisce nel tempo sino all’età claudia, ospitando ai lati di strade prima acciottolate (VI- III sec. a.C. ) e dal II sec. a.C. basolate, edifici con ambienti abitativi ai piani superiori, in un caso dotati di piccolo balneum e con cortili , tabernae e locali di servizio nei vani terreni e seminterrati. L’incendio del 64 ed il gigantesco impianto della domus Aurea cambiano radicalmente l’aspetto urbanistico dell’area, annullando valle e isolati abitativi e gettando le basi per la successiva trasformazione nella piazza tuttora esistente, realizzata in età flavia, completata in età adrianea e costantiniana e recuperata dopo l’abbandono medioevale dai grandi sterri del XIX secolo.